venerdì 19 marzo 2021

India, il ritorno alla normalità


di Anna Arietti

L'India è la terra dei contrasti, di una profonda spiritualità, quanto di una grande povertà. Su tutto, però, prevale una qualità unica: non finisce mai di sorprenderci. Da marzo a maggio 2020 alla popolazione sono state imposte limitazioni negli spostamenti, come in Italia. Sono stati mesi pesanti anche per loro, ma dallo scorso novembre vivono di nuovo nella quasi normalità. Noi no. Ci siamo posti delle domande e abbiamo cercato delle risposte.

"Anche in India c'è stato un impatto forte, ma prima voglio chiarire un aspetto - spiega Gennarino Deo, che si trova nello stato federale di Kerala con un visto turistico e che raggiungiamo in videochiamata -. Mi riferisco al video che tutti abbiamo visto, in cui la polizia manganellava la popolazione. Quando si è diffusa la notizia che avrebbero fermato bus e treni, c'è stato il fuggi fuggi dalle città. La maggior parte della gente arriva dalle campagne e non ha fatto altro che cercare di tornare dalle famiglie, camminando per centinaia di chilometri sui binari, arrampicandosi sui tetti dei treni, e la polizia è dovuta intervenire anche in modo bruto. Un gesto non facile da comprendere, ma non è neppure semplice tenere a bada così tante persone. Molti sono analfabeti, campano alla giornata e vivono di sentito dire. La fuga era per mangiare, non per il covXd. In Italia siamo 60 milioni di persone, mentre loro sono quasi un miliardo e mezzo. Da noi, anche se la povertà sta crescendo, c'è ancora il frigo pieno. In India tanti non hanno il frigo e spesso nemmeno il water".

La Repubblica dell'India conta su una popolazione prevalentemente giovane, fattore che ha ridotto il tasso di letalità, ma c'è anche un altro aspetto determinante nella gestione della pandemXa: l'alimentazione.

"Ogni giorno gli indiani mangiano peperoncino piccante e spezie - prosegue -. Hanno un sistema immunitario forte. Si parla di 11 milioni e 500 mila contagiati e di 11 milioni di guariti su quasi un miliardo e mezzo di persone! Se confrontiamo i loro numeri con i nostri, l'alto numero di morti in Italia impressiona; ma da dove arriva ciò? Dalla paura. Dopo un anno, da noi ancora dicono alla gente di stare a casa. Ma siamo matti? Questo è un delitto contro l'umanità che va denunciato. Nel Kerala non ricordo più quando sia stata l'ultima volta che mi hanno parlato di quel coso lì - del virXs, ndr - , che non menzioniamo per non dargli energia -. Gli indiani non alimentano il fuoco, mentre in Occidente se ne parla in continuazione. Non l'ho inventato io che il pensiero crea la forma, che diamo energia a ciò che pensiamo. È un concetto ancestrale. Se mastichi tutti i giorni il pensiero della pandeXia, le dai valore. Lo stesso Governo italiano la alimenta, dà una mano a espandere terrore e le persone ne sono succubi, cadono nella rete, come in un vortice che richiama dentro. Come diceva Carlos Castaneda ne 'L'isola del tonal': è il tonal, è l'ordinario che ti vuole rendere schiavo".

Gennarino, prima di proseguire, si lascia andare a un profondo sospiro: "Sono italiano, e sapere ciò che accade nel mio Paese fa male al cuore. In India il Governo non fa terrorismo mediatico. Non ho mai sentito parlare di seconda, terza ondata e neanche di varianti. Dal primo novembre 2020 è tutto aperto. La responsabilità è data alle persone. Viene chiesto di coprire il viso soltanto entrando al supermercato. Nelle spiagge ci sono migliaia di persone. Sugli spalti dello stadio in cui si è giocata di recente la partita di cricket India-Inghilterra ci sono i tifosi. Organizzano manifestazioni spirituali con migliaia di persone. Da noi no: perché alimentando la paura la tieni viva. Conosciamo la storia dei due lupi degli indiani d'America, del lupo bianco e del lupo nero; quale sopravvive? Quello che nutri. Se nutri il demone gli dai potere. È sempre una questione di energia. È semplice".

La conversazione vira poi sullo stile di vita, sulla spiritualità, e l'India si fa ancora modello. "La giornata inizia alle 4 del mattino con la musica del tempio indù. Non fa din don dan, non suona le campane. È musica, è un mantra. È energia. Alle 4.30 è il turno della moschea e anche le chiese cristiane fanno musica. Ci sono melodie nell'aria dall'alba al tramonto, davvero tanta roba per lo spirito. La giornata viene celebrata ovunque. Siamo inondati di buone vibrazioni. Di vita. E poi loro sorridono tutti i giorni. Non vedono l'ora di avere l'attenzione del nostro sguardo". - Per rendere l'idea, Gennarino si avvicina allo schermo, dilata le palpebre -. "Ti guardano con quegli occhietti, con la speranza di essere ricambiati. Gli si accende il viso. Invece in Italia, si dice 'che caxxo ha da ridere quello?' È vero o no? C'è una bella differenza".

Gli indiani sanno accogliere, s'interessano a noi, ci stringono la mano, ci abbracciano. Sono bonariamente curiosi. "In Italia invece rimandiamo a casa, diciamo che vengono a rubarci il lavoro. Sono differenze sostanziali. Il Governo indiano mi ha persino chiesto se avevo bisogno di aiuto, di cibo e di denaro. La loro è una grande opera umanitaria. Per fortuna, a me non occorre nulla, e per ora ci rimango. In Italia non si sta bene. Qui mi sento a casa".

Gli occidentali venuti in Oriente, in India, ne capiscono la mentalità, il vivere alla giornata con semplicità, ma purtroppo non riusciamo a trasferirla. "Possono comprendere il singolo, il gruppo, ma non ancora la società intera. Negli ashram italiani se ne respira lo spirito, nulla di più. Viviamo in un'epoca in cui ci sarebbe bisogno di tanti Tiziano Terzani, perché i media ormai sono tutti omologati. Possono avere voce soltanto quelli che difendono quella roba là (ndr il vacxino), altrimenti sei tagliato fuori".

Namasté.

Anna Arietti

Namasté significa "saluto, mi inchino alle qualità divine che sono in te".

Alcune parole sono state modificate, sostituendo una lettera con la ics maiuscola. Impegniamoci tutti a non menzionare più il male, "quella roba là". Non diamogli più energia.

Gennarino Deo scrive anche libri autobiografici, in cui racconta la sua esperienza.




Ringrazio La Nuova Provincia di Biella e Sabina Pastorello per aver pubblicato il mio articolo nelle pagine de "La Gerla dal Bieléis" di sabato 27 marzo 2021. È un seminare dolce.



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8 commenti:

  1. Non menzionare per non dare l'energia... che frase potente!

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  2. È meraviglioso leggere questo scritto.Grazie Anna per la condivisione e grazie infinite Gennarino per la tua testimonianza,condivido con piena gioia i vostri pensieri. Vivaaaa!!!

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  3. In parte drammatico ma realistico ed emozionante .... Mafa riflettere criticamente anche sul senso da dare alla nostra esistenza !

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  4. Una bella testimonianza, grazie per la condivisione. Penso che la paura che è stata creata faccia molto danno, mi auguro che gli italiani reagiscano. Namaste'

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  5. ......le verita senza filtri,il coraggio di essere è per pochi ...

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  6. Ciao Gennarino, stai volando davvero in alto. Neppure il sole ti scioglie.
    Pensaci un minuto al giorno.
    Namastè

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  7. Tutto tragicamente smentito in meno di un 30 giorni. Quando impareremo a farci venire dubbi prima di scrivere e di parlare? I segnali della catastrofe c'erano già tutti. Bastava saperli leggere.

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    1. Buongiorno. Invitiamo a leggere di tutto. Poniamoci domande. “Il dubbio è l'inizio della conoscenza", diceva Cartesio. Nella classifica per la libertà di stampa, l'Italia appare soltanto in 41° posizione (fonte Reporter Without Borders 2020). Grazie per averci scritto.

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