venerdì 29 giugno 2018

Dalla prospettiva di un bambù





Dalla prospettiva di un  bambù
il cielo di oggi
è sempre il più bello.
Parlo dei bambù schiacciati dentro ai vasi,
che potrebbero incrociare
 - con studiata  arroganza,
in un giorno di vento o di forte temporale -
 tutte quante le foglie, come fossero braccia,
 e lasciare la danza 
ai fratelli più belli,
con le chiome felici
 - e  le lunghe radici
leste a scivolare
lungo i fiumi e nei prati -
tesi verso il  cielo sempre,  
ogni momento
senza l'ombra e il cemento
del balcone di sopra,
ondeggianti e sicuri
 - davanti alle montagne -
di  poterle guardare
fino all'ultima goccia
di tramonto
e di sole.

Quelli dentro ai vasi 
non hanno libertà
ma sono così belli 
che forse non lo sanno.
E nel loro ondeggiare
tra inferriate e ringhiere,
sono sempre felici
senza alcuna ragione, 
senza mai  vacillare
-  resilienti e tenaci, 
verdi in ogni stagione. 


(Testo e immagini di Enea Grosso)


























giovedì 28 giugno 2018

Cactus e una poesia di Mariangela Gualtieri



 Non si offenderà la poetessa Mariangela Gualtieri se prendo in prestito alcuni suoi versi dedicati ai giacinti per accompagnare l'esplosiva bellezza dei cactus. 
Allo scoccare dell'estate 'sparano' i loro proiettili di fiori con una leggerezza disarmante e una elegante, ben  celata spavalderia. 



Mi sembra di sentire una risatina, trattenuta a fatica tra le spine magiche, per lo stupore degli umani davanti al loro mistero senza radici, poca acqua e terra povera.  
Nel cuore del loro tronco spinoso - certo devono avere un cuore  per immaginare i loro fiori così belli  - chissà quale misteriosa alchimia di luce si nasconde. 




"La danza degli immobili fiori
tutta eleganza

chi celebra?Quale presenza
che il mio occhio non vede
ha un tale trabocco di bellezza
e chiama perentoria al culmine di loro
tutti i fiori?
Chi vi chiami non so - a chi diate obbedienza".





Per curiosità: questo cactus (che regala una ventina di fiori ogni estate), dallo scomodo appoggio del muro di casa è passato ad una sistemazione "di lusso" presso il  fiorista Saviolo a San Giacomo di Masserano. Potete vederlo lì. 

(Testo e immagini di Enea Grosso)

giovedì 21 giugno 2018

Dal Sentiero delle More a Fra' Dolcino, tra Bocchette e rododendri



 Ci troviamo lungo la strada Panoramica Zegna - nell'Oasi omonima - in località Bellavista,  davanti al microbirrificio  JEB.
Imboccando il Sentiero delle More - facile e all'ombra - si può iniziare un gradevole percorso ad anello che conduce  alle Bocchette del Margosio e Luvera e ai luoghi dolciniani, incrociando per un tratto il percorso della Mosso Vertical Mille per poi  riconnettersi  al sentiero iniziale.

Punto di partenza: birrificio a Bellavista

Il Sentiero delle More fa parte del percorso del TOZ (Trail Oasi Zegna)



Dopo circa 10 minuti si arriva ad un bivio.  Seguendo l'indicazione "San Bernardo", saliamo a destra inoltrandoci nel bosco.
















Dopo circa 20 minuti di salita - tutta all'ombra! -  il sentiero ci riporta sulla  strada Panoramica Zegna davanti alla Chiesetta Alpina, la cui area verde - con fontana e  tavolini - invita ad una piccola sosta.

La Chiesetta Alpina lungo la Panoramica Zegna.
Le formiche condividono volentieri la merenda con gli ospiti di passaggio!

Lasciandoci la chiesa alle spalle, continuiamo a seguire la direzione "San Bernardo"...


...fino a sbucare in pochi minuti su di una strada sterrata. Continuando a salire sulla destra, in poco .tempo si raggiunge uno spiazzo. E' il momento di godersi il primo panorama sul Biellese (tempo permettendo!). e di leggere le indicazioni al nuovo  bivio.



Incontri lungo il sentiero

Cielo velato sulle valli biellesi. 
Da questo punto partono quattro sentieri: due - davanti  a noi - conducono all'Oratorio di San Bernardo (sia la strada con la sbarra che il sentiero ripido accanto); uno - decisamente a sinistra, nascosto tra gli alberi - porta in basso alla Bocchetta di Stavello lungo la Strada Panoramica (o al Margosio nella direzione opposta); mentre l'ultimo, alla nostra sinistra arrivando dalla strada sterrata, sale deciso fra i rododendri selvatici (indicazioni "Margosio, Argimonia") ed è quello che ci interessa per percorrere  il nostro anello.


Ci vogliono solo 15 minuti circa per raggiungere la chiesa di San Bernardo, ma poi sarà difficile venire via in altrettanto poco tempo! Il luogo è invitante,  specialmente in una giornata di sole. 
Panorama dai portici di San Bernardo. 

Al termine di  una ripida ma breve salita, raggiungiamo le cosiddette "crestine" e ci ritroviamo  in un giardino naturale di betulle e rododendri...





Adesso siamo pressoché alla stessa altezza della cima di San Bernardo alle nostre spalle.

La chiesa di San Bernardo tra gli alberi e il cielo velato. 






La Rocca d'Argimonia...

...e i ripetitori. 

All'uscita dal bosco - giardino (specialmente  nel mese di maggio, nel pieno della fioritura dei rododendri), ecco la rocca d'Argimonia a destra e i ripetitori alla nostra sinistra.
Camminando fino ad incrociare il nastro d''asfalto e percorrendolo in salita, girando a sinistra verso i ripetitori, in pochi minuti eccoci al Cippo dedicato a Fra' Dolcino, predicatore accusato di eresia e ucciso sul rogo nel 1307.



Nella Divina Commedia è posto nella bolgia dei seminatori di discordia e degli scismatici e la sua discesa agli Inferi è annunciata a Dante da Maometto (Inferno XXVIII, 55-60):

"Or di' a fra Dolcin dunque che s'armi,
tu che forse vedra' il sole in breve,
s'ello non vuol qui tosto seguitarmi [...]"



Il Cippo di Fra' Dolcino.
La strada che conduce ai ripetitori e al cippo. 


Percorrendo la strada a ritroso ritorniamo al sentiero e scendiamo alla Bocchetta di Margosio, dove in estate di solito è in funzione un chiosco.

Questo sentiero tutto in piano riconduce verso San Bernardo e Stavello-


La nostra camminata continua oltre il Margosio in direzione del Bocchetto Luvera, che si raggiunge in pochi minuti seguendo il sentiero  in basso verso il  bosco.




Verso il Bocchetto Luvera...

...lasciando il Margosio e Dolcino alle nostre spalle.

In arrivo al Bocchetto Luvera


La Locanda dell'Argimonia al Bocchetto Luvera, punto d'arrivo per la Mosso Vertical Mille non competitiva. Il vero traguardo è alla Rocca d'Argimonia.


Sosta alla Locanda!





Le "luere": le trappole per i lupi. 


Attraversiamo ora  la Strada Panoramica d imbocchiamo il sentiero in discesa, facendo attenzione alle frecce: per ritornare al punto di partenza bisogna seguire l'indicazione "Bellavista".
Scegliendo "Brughiera - Capomosso" si arriverebbe alla zona del Santuario della Brughiera, o si potrebbe scendere fino alla Frazione Marchetto (prima sede del Presepe Gigante). Nell'Oasi Zegna si intrecciano  tante passeggiate da scoprire un po' per volta.



 Al bivio scegliamo quindi il sentiero in salita e attraversiamo il bosco di betulle...





 ...oltrepassiamo la Casa Alpina Ermenegildo Zegna...




 ...oltre la quale ritroviamo le frecce per Bellavista e il Sentiero delle More iniziale.






Panorama dal Sentiero delle More



Quasi a Bellavista
 Una volta giunti a Bellavista, scendendo a valle in auto vale la pena fare una sosta alla Conca dei Rododendri  (raggiungibile  anche a piedi con un sentiero a due passi dal birrificio) -  un'area verde meta di visite guidate, semplicemente splendida nel mese di maggio.

La Strada Panoramica Zegna...
...e la spettacolare Conca dei Rododendri, nate grazie all'iniziativa dell'imprenditore visionario Ermenegildo. 

Testo e immagini di Enea Grosso