domenica 24 gennaio 2021

Un pensiero al cobalto

 

Ogni giorno digitiamo tasti dal telefono al tablet al pc, ai telecomandi di tutto. Anche di noi stessi, ormai, considerato che a rispondere ci sono altri noi meno tecnologici che ci rimettono la vita.

Nella costruzione dei dispositivi elettronici e dei veicoli elettrici si utilizza il cobalto, motivo per cui la domanda del minerale è in aumento. Le miniere più importanti in cui si estrae si trovano nella Repubblica Democratica del Congo. Ci lavorano, si legga, vengono sfruttate, migliaia di persone, uomini, donne e tantissimi bambini, che per la loro corporatura minuta si prestano a entrare nei cunicoli. Molti ne escono feriti, paralizzati, morti, sempre privi di qualunque assistenza.

Scriverne vuol dire infilarsi nei meandri di una legislazione travisata, inesistente, corrotta, di filiere di approvvigionamento torbide che lasciano pulite le multinazionali che ci mettono la faccia sul mercato. Significa anche menzionare il lavoro forzato, minorile, la violazione dei diritti umani, l'inflizione di sofferenza emotiva e fisica, la malnutrizione, l'arricchimento illecito e la distruzione dell'ambiente. Sono parole che devono pesare come macigni sulla nostra coscienza, noi che sediamo comodi, che digitiamo pulsanti belli fuori, ma lerci dentro.

A staccarci un po' col pensiero, se ce la si fa, affiora alla mente la storia di Rosso Malpelo, la novella di Giovanni Verga in cui si legge dello sfruttamento di un'Italia che fu. Si spera. Di fine Ottocento. Non di oggi.

Volendo accendere una luce, visto che il termine cobalto significa folletto, che questo piccolo popolo guardi allora ai bambini del Congo, che li allontani dal fango inquinato, che li porti a cavalcare le rane e a giocare con le nuvole. Che ad aspettare noi si fa notte.

Anna Arietti

Amnesty International, film documents about the hazardous conditions in which artisanal miners, including thousands of children, mine cobalt in the Democratic Republic of the Congo.

Collegamento al video, se non fosse visibile da smartphone: https://youtu.be/7x4ASxHIrEA



Immagine di copertina di Lysbeth Rae Parker/The Art of the Animation

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1 commento:

  1. ...e pensiamo alla Rivoluzione Industriale, allo sfruttamento dei bambini che per le loro piccole mani erano perfetti per lavorare ai macchinari delle fabbriche, e chissà quanti di loro le perdevano, le loro piccole mani! E pensiamo a tanto altro ancora, del passato e del presente. Pensiamoci.
    Grazie per quest'articolo!

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