mercoledì 27 gennaio 2021

Il senso del ricordo


di Anna Arietti

Era un giorno d'estate, pioveva. Una pioggia leggera, ma il cielo era scuro. Con un piccolo gruppo di persone attendevo di entrare a Mauthausen, il campo di concentramento austriaco. C'era un silenzio surreale, spezzato dal ticchettio delle gocce d'acqua sull'ombrello.

Il percorso portava ai forni con le barelle di ferro, alle camere a gas camuffate da docce, alle baracche in legno in cui erano transitate migliaia di vite, alle fotografie, che in bianco e nero rendevano gli occhi delle persone ancora più spenti.

A Mauthausen le camere a gas sono state operative fino al 28 aprile del 1945. Ad oggi non conosciamo il numero esatto delle vittime, ma il Museo dell'Olocausto di Washington stima che i morti siano stati da 15 a 20 milioni.

Sono sentimenti vissuti questi che porto, ai quali in parallelo ne affiorano altri. Sono i racconti di mio nonno Giacinto, giorni vissuti durante la battaglia difensiva sul fronte del fiume Don, in Russia, durante la Seconda guerra mondiale, fra il dicembre del 1942 e il gennaio del 1943. In Inverno. Era il tremendo inverno russo, il gelo vero che rivivevo nelle sue parole con i brividi sulla pelle. Di minuscole gallette di riso condivise, del valore di un guanto che se lo perdevi, perdevi poi anche la mano. E di amici dispersi, che gli facevano brillare gli occhi. Non ometteva la spietatezza dei fatti di guerra, anche se ritengo che il racconto fosse comunque filtrato per le mie orecchie di bambina.

Il senso del ricordo è vivere con l'emozione addosso, sentire, e soprattutto trovarci dentro delle motivazioni e degli stimoli, perché i genocidi, le dittature, le guerre, la paura collettiva, si concretizzano per volontà di chi le mette in atto, ma anche per la volontà di chi pur sapendo non fa nulla per contrastarli.

Anna Arietti
(testo)

Francesca Fra Onali
(illustrazione di copertina, per gentile concessione)

Il "Giorno della Memoria" ricorre il 27 gennaio di ogni anno ed è riconosciuto come data di riferimento in cui nel gennaio del 1945 le truppe sovietiche liberarono il campo di concentramento di Auschwitz.

Il "Giorno del ricordo" ricorre il 10 febbraio di ogni anno e ci riporta ai massacri delle foibe e all'esodo giuliano dalmata nel secondo dopoguerra.

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