sabato 14 novembre 2020

Passeggiata a Cossato lungo il rio Clarolo


Ci passiamo accanto forse anche ogni giorno, ma se non lo conosciamo non possiamo sapere che c'è. Da fuori il bosco di Cossato, a due passi dal centro della città, sembra non esistere.

È nel piccolo parcheggio di via Fecia che si apre un passaggio fra gli alberi. Superate le case che si affacciano sulla selva, il sentiero sale stretto, poi procede ampio in piano e infine si dirama in più direzioni. Potremmo anche pensare di esserci smarriti, quando al nostro fianco appare il rio Clarolo, un minuscolo corso d'acqua, spesso in secca, considerato di secondaria importanza dalla toponomastica. Il Clarolo nasce nei pressi del parco di Villa Boggio, ex Istituto "Giovanni XXIII", nel comune di Lessona. A valle, invece, per lunghi tratti scorre interrato per sfociare poi nel torrente Ostola, a sua volta affluente del torrente Cervo.

Nel fitto degli alberi però, anche il Clarolo è un'entità, un amico che guida lungo il suo greto, fra sassi arrotondati e anse cavernose, piccoli smottamenti e rami pendenti di essenze che spostiamo con le mani. Si rivela un luogo misterioso e sacro. Ed è nel punto in cui la vegetazione si dirada e lo sguardo delinea il profilo di una collina, che il suo alveo respira più profondamente, creando anse ampie e rotondeggianti di sabbia fine, rossastra.

È un insieme di forme di vita solo all'apparenza immobili, un mosaico di vibrazioni che comunica anche nei colori autunnali delle foglie, nel marrone dei tronchi umidi, nel verde dei muschi che si aggrappano alle sue sponde, nei rami in decomposizione sul terreno. Le radici scoperte degli arbusti si calano negli anfratti bui dell'alveo come lunghi capelli. Di tutto subiamo il fascino. Tutto riversa un'energia che sa di antica saggezza, che ispira raccoglimento, che rimanda a un significato ulteriore e più sottile, di cui certamente ne percepiamo appena una parte.

La strada asfaltata riporta all'attualità, a un senso di stordimento, rispetto alla concordia di sentimenti in cui ci siamo ritrovati. È stato un fondersi fra fantasia e poesia, sfere che la natura conserva e che possiamo riscoprire.

Anna Arietti
(testo e immagini)

Video durata: 1 minuto


Collegamento al video, se non fosse visibile su smartphone: 
https://youtu.be/2YA4kww6b-k

Pubblicato su La Nuova Provincia di Biella il 18 novembre 2020 nelle pagine de "La Gerla dal Bieléis"



Dedicato alla memoria di Adriano Durando 
che ha collaborato nella documentazione 
26.07.1943 - 28.11.2020


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