giovedì 2 giugno 2016

Ho conosciuto una ragazza capitata sulla Terra per caso

Ho conosciuto una ragazza che dev'essere capitata sulla Terra per caso. Anzi, più ci penso, più me ne convinco. Era destinata ad un Mondo lontano dal nostro, molto lontano. Forse le si è spezzata un'ala, o le è capitato un imprevisto: qualcuno deve aver confuso il livello, come quando si scende dall'ascensore al piano sbagliato. 

La ricordo come quelle gocce di rugiada che si incontrano al mattino sulla punta più estrema delle foglie, in procinto di cadere sull'erba sottostante, limpide e vibranti. Fragili. 

Eppure mi è capitato di vederla all'opera nel suo mestiere terreno. L'ho riconosciuta a stento. E' un'educatrice. Una vera vocazione la sua. Non soltanto è preparata e attualissima, è pure qualche passo avanti e sa essere di polso ben deciso quando occorre. Penso sia il suo ruolo anche nella dimensione da cui proviene.

Appena può si esprime con la poesia, con la prosa; sarà per un qualche atavico legame. Una volta l'ho sentita cantare e pare anche che suoni il piano, ma se la incontrate non ditele che lo sapete; tanto rumore la infastidirebbe.
Il suo modo di interpretare riflette uno stato d'animo ben preciso. Quel suo saper cogliere il flusso della vita in ogni dettaglio denota una sensibilità che va oltre la creatività artistica e l'abilità linguistica.

La sua bellezza è fugace, come quella di un fiore di Cereus, che si
mostra per un giorno appena. Ama sbocciare di notte e il colore che meglio la rappresenta è il bianco.
Non so quando la rivedrò, ma senz'altro sceglierò di nuovo una sera di primavera, mi avvicinerò a un prato, osserverò le lucciole in movimento, ascolterò il canto dei grilli, respirerò l'aria umida, vaporosa, alzarsi dal terreno e so per certo che lei ci sarà.

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