sabato 14 gennaio 2017

Villa Ranzoni e la baronessa Carolina


la baronessa Carolina


Fra i muri di Villa Ranzoni si è svolta una parte importante della storia di Cossato, come ricorda Floris Sasso, classe 1922: "Conservo molti ricordi della baronessa Carolina Ranzoni; negli anni della gioventù era una bella signora, alta, con i capelli ricci e un carattere forte, austero. Talvolta le massaie avrebbero voluto lavare i panni nel ruscello, nella Stronetta, ma lei ne intimava il divieto semplicemente alzando un braccio". 

Dopo la guerra, la disponibilità finanziaria della Ranzoni non è più la stessa. Complice forse anche l’avanzare degli anni, la Baronessa si presenta diversa. "Serbo di lei ricordi più dolci - prosegue Sasso -, si mostrava più vicina alla gente".

Anche Walter Ferrero, classe 1916, racconta volentieri la sua esperienza: "Ho trascorso vent’anni della mia gioventù alla Villa, svolgevo diverse mansioni. In particolare avevo imparato ad accogliere gli ospiti; spesso arrivavano gli ufficiali dell’esercito. Per tre volte è venuto anche il Principe Umberto, che è stato poi l’ultimo Re d’Italia". Dai ricordi emerge una nobildonna, come ama definirla Ferrero, non senza una po’ di malinconia, che ha saputo contribuire allo sviluppo di Cossato con l’assegnazione di borse di studio; viene ricordata anche come una delle più importanti sostenitrici dell'asilo.


Anna Arietti

pubblicato su "La Nuova Provincia di Biella" il 20 settembre 2008
titolo "Quando a Villa Ranzoni c'era la baronessa Carolina"

Villa Ranzoni (oggi Polo culturale), 
la chiesetta di San Rocco (diventata Cinema Grandi e oggi officina meccanica),
fotografia archivio Biblioteca civica

- collezione Luciano Bertola -


Villa Ranzoni oggi



spazio Informagiovani
prima della ristrutturazione
dopo

soffitto
pavimento (dettaglio)

salone inizio Novecento - collezione Luciano Bertola

 tre delle quindici sale dedicate a Biblioteca civica


Primi '900, il giardino - collezione Luciano Bertola
ex legnaia e rimessa, oggi area eventi intitolata alla memoria di Giuliana Pizzaguerra, assessore alla Cultura 

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