lunedì 19 ottobre 2020

Passeggiata in collina fra le vigne


Andando oltre il Cantone Forte di Brusnengo, fra cortili, antichi casali e l'oratorio di San Desiderio del 1600, sul cui sagrato dorme un gatto, imbocchiamo la strada campestre che conduce al Santuario della Madonna degli Angeli. Dal colle la visuale va dalla catena montuosa delle Alpi alla Pianura Padana. Noi però, al bivio optiamo per il percorso che prosegue fra le vigne, nella zona della Mesola, una conca naturale a forma di mestolo, meisola in piemontese, che dà il nome al vino, il mesolone, descritto da Mario Soldati come rosso "da festa, da chiasso, da grande e allegra mangiata". Certamente da accostare ai piatti della tradizione piemontese nei giorni d'inverno.

Dai vitigni di Nebbiolo, Bonarda e pensiamo di Vespolina, ci arrivano profumi di uva matura. Quasi di vinaccia fermentata. Sono i grappoli non raccolti in vendemmia. Chicchi malconci che probabilmente hanno sofferto la grandine.

Incontriamo un uomo intento a far legna, accaldato. La camicia a quadri grandi è appesa a un ramo. Ci sorride, si ferma e commenta sul Covid che spera nel bosco non ci sia. È un pensiero che spegniamo come si farebbe con un pezzetto di brace sfuggito dal fuoco, senza dargli importanza, infondendo invece della fiducia. Lui sorride ancora; non lo abbiamo convinto. Poco oltre alcuni uomini caricano dei ciocchi sul cassone di un furgoncino, mentre un cane avanza nella nostra direzione. Uno di loro, quello meno nerboruto, ci rassicura: "È buono". Troviamo la certezza non tanto nell'animale che continua ad annusarci, quanto nello sguardo dell'uomo.

Camminare rifonda il nostro equilibrio, il senso primigenio che passa anche per i silenzi e i profumi, per gli incontri.

La strada scende, lascia le vigne per inoltrarsi nel bosco di castagni, querce, betulle e frassini. Raggiungiamo frazione Camino di Roasio, borgo minuscolo in cui pensiamo godano di una pace invidiabile. Il giro ad anello, da località Curavecchia di Roasio, proseguendo lungo la provinciale 67, riporta a Brusnengo, da cui eravamo partite.

Anna Arietti
(testo e immagini) 







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1 commento:

  1. Posti davvero molto belli.
    Li conosco bene, ci sono cresciuta 🙂
    Un bel patrimonio naturale

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