martedì 27 dicembre 2022

A riguardo del riscaldamento globale (di Giorgio Inaudi)

 

Io non nego che sia in atto un "riscaldamento globale" e neppure (con qualche dubbio) che sia dovuto all'uomo (almeno in parte), dico soltanto che il clima è sempre andato cambiando, talvolta anche in modo repentino. 

I nostri antenati reagirono non cercando di intervenire sulle cause (cosa fuori della loro portata) ma sugli effetti, adattandosi ai mutamenti. 

Lo faremo anche noi che in più abbiamo la tecnologia, ma certamente dovremo essere meno numerosi di fronte alle risorse che sono limitate.

Nei primi anni Sessanta ricordo annate quasi senza neve. Avevo gli sci da fondo nuovi e non riuscivo mai ad inaugurarli.

La natura ha tempi lunghi, che non rispettano le medie annuali e stagionali e del resto le medie sono il risultato statistico di scostamenti spesso assai grandi.

Ho settantaquattro anni e frequento assiduamente la montagna da sempre. Ricordo inverni quasi senza neve e inverni con cinque metri neve sul tetto della mia casa a Cornetti di Balme. Ricordo anche di aver visto (sempre a Balme) nevicare in agosto e piovere a gennaio. 

Non c'è dubbio che siamo in una fase di riscaldamento, ma sono sempre più convinto che il clima è sempre andato cambiando, talvolta anche in modo repentino, come i nostri vecchi avevano già osservato e come gli storici hanno sempre saputo.

Sappiamo di civiltà che sono scomparse abbastanza improvvisamente per profondi cambiamenti climatici. Andiamo a rileggere gli storici del clima, Le Roi Ladury, Beheringer o Latouche.

Ai miei nipotini leggo il "Libro della Giungla". Kipling scrisse: “La cicala nacque in giugno, in agosto vennero le piogge e la cicala disse che 'Il clima sta cambiando', in tutta la mia vita non ho mai visto tanta acqua!”.


Nella memoria della gente è più facile ricordare la grande nevicata di quel certo inverno, piuttosto che non tutti quegli inverni con neve poca o assente.

Giorgio Inaudi
- pensiero scritto sui social il 26 dicembre 2022 -


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