martedì 30 luglio 2019

Tutti più fiduciosi con la tillandsia



In questi giorni di caldo intenso mi capita di osservare la tillandsia, pianta erbacea dalle foglie vellutate che si adatta un po’ ovunque, anche nei luoghi meno ospitali. Possiede radici aeree appena accennate che le servono per aggrapparsi agli alberi, alle rocce. Produce fiori dai colori vivaci, in alcune specie profumati, e le occorre pochissima acqua. Non disdegna neppure di far parte dell’arredo di casa. Bella lei. Noi di questi tempi boccheggiamo e ogni tre per due dobbiamo bere.

Possiede caratteristiche che la rendono attraente, interessantissima da un punto di vista scientifico. È resistente, longeva e oltre alla proprietà diffusa fra le piante di assorbire anidride carbonica, metabolizza alcuni agenti inquinanti dell’aria.

Un esemplare di tillandsia viene donato anche, e non a caso, da Stefano Mancuso a Camila Raznovich in “Ogni cosa è illuminata”, il programma televisivo di divulgazione su temi ambientali, climatici e viaggi.

Nel suo intervento, il neurobiologo del mondo vegetale dice che: “Attraverso le piante possiamo salvare il mondo dal riscaldamento globale“. Mancuso ammette tanta roba, pure che il processo è ancora reversibile.

“Senza alberi la temperatura sarebbe così elevata che l’acqua evaporerebbe. La Terra diventerebbe come Marte, una palla di roccia sterile. Le piante sono il motore del clima; fanno partire persino le perturbazioni“. Eppure da una recente rilevazione si evince che in Amazzonia la deforestazione* procede a ritmo serrato.

E se sconforta non capire cosa si stia realmente facendo sul piano governativo, gli scienziati, Mancuso compreso, incoraggiano a intervenire sul paesaggio antropico, sulle aree in cui si produce più anidride carbonica, ossia l’1,5-2% delle terre emerse, ricoprendolo di vegetazione.

Il concetto è condiviso dall’architetto Stefano Boeri con la visione del “Bosco verticale”, palazzi residenziali le cui facciate espongono una quantità straordinaria di essenze vegetali.

Sarà la nostra panacea? Chi lo sa. Intanto la tillandsia si è adeguata, altre piante lo faranno e sopravviveranno. Per noi umani, non potendo nutrirci di smog, non nel breve, è tempo di scacciare i pensieri più miserabili che ci farebbero puntare il dito altrove e di abbracciare le iniziative che sanno di buono. Di ascoltare la commozione nel sentirci fiduciosi.

Il segretario delle Nazioni Unite Antonio Guterres sul tema del clima, il 10 settembre 2018, dichiara: “Se non cambiamo rotta entro il 2020, rischiamo di perdere il punto in cui possiamo evitare che il cambiamento climatico diventi incontrollato, con conseguenze disastrose per le persone e tutti i sistemi naturali che ci sostengono. (…). Ogni giorno che non riusciamo ad agire è un giorno in cui ci avviciniamo un po’ più verso un destino che nessuno di noi vuole: un destino che risuonerà attraverso le generazioni nel danno arrecato all’Umanità e alla vita sulla Terra. Il nostro destino è nelle nostre mani. Il mondo conta su tutti noi per affrontare la sfida prima che sia troppo tardi“.

Anna Arietti

(testo e immagini)

“L’uomo è stato dotato della ragione e del potere di creare, così che egli potesse aggiungere del suo a quanto gli è stato donato. Ma finora egli non ha mai agito da creatore, ma soltanto da distruttore. Rade al suolo le foreste, prosciuga i fiumi, estingue la flora e la fauna selvatica, altera il clima e abbruttisce la terra ogni giorno di più”.

Anton Pavlovich Chekhov, scrittore russo (1860-1904)

Fonte dati sulla deforestazione bbc.com/news/world-latin-america-49052360 (The National Space Research Institute -Inpe) – del 20 luglio 2019


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