giovedì 17 ottobre 2019

La Cappella del Silenzio


Nella Kampin kappeli di Helsinki sono tutti benvenuti, ma la capienza è limitata e si entra un po' alla volta. E per quanto mi riguarda non so esattamente cosa mi aspetti.

La cappella è di culto luterano ed è stata progettata dagli architetti Mikko Summanen, Niko Sirola e Kimmo Lintula dello studio K2S. Alta una decina di metri, somiglia a un uovo. Per la costruzione sono state utilizzate diverse essenze: l'esterno è in abete, rivestito di cera con trattamento nanotecnologico, mentre l'interno è di ontano fresato, di tonalità chiara che crea freschezza.

Superata la soglia ognuno può rimanervi quanto desidera. E la prima sensazione è di varcare uno spazio energetico, di raccoglimento, di sollievo. La luce naturale entra unicamente dall'alto, scende in modo uniforme scorrendo le pareti pure, nude, raggiunge il pavimento e si riflette sulle persone, come una carezza senza dita, come un mentore, un complice. È un luogo luminoso e pulito in cui liberare i pensieri risulta facile, meditare diventa spontaneo e pure pregare è istintivo. Non ci sono vincoli, se non quelli della buona educazione, del rispetto e soprattutto del silenzio. Norma da cui credo derivi la traduzione "Cappella del Silenzio".

L'arredo minimalista, dalle panche all'altare, alla piccola porta d'ingresso, è tutto in legno chiaro di frassino. Il soffitto bianco e insonorizzato è in cartongesso. La croce - unica e discreta - posizionata su un altare modesto, è opera dell'argentiere Antti Nieminen. I cuscini grigi, radunati da una parte a ricordare un cumulo di sassi, altro richiamo alla natura oltre alla scelta del legno, sono una creazione dell'artista Tiina Uimonen. 

Coloro che vi accedono possono incontrare i sacerdoti e gli assistenti del dipartimento pubblico dei servizi sociali e della salute. Potrei anch'io ricevere parole di aiuto "senza prenotazione e in forma anonima, indipendentemente dal luogo di residenza e in ogni giorno dell'anno", come apprendo dalle indicazioni in finlandese, norvegese e inglese.

Kampin è anche il nome del quartiere che la ospita, vivace, non distante dal mare e molto frequentato dai giovani.

Bevendo un sidro bretone in un locale danese, vicino alla centralissima Pohjoisesplanadi della capitale finnica, ripenso alla struttura dalla forma bizzarra. La cappella possiede una sua impronta religiosa, eppure la sensazione è che non conti troppo. Non è prioritaria la fede di appartenenza, l'essere atei o agnostici. Lì serve esserci. E poi sento un'altra cosa altrettanto bella: far parte della comunità nel rispetto dell'unicità di ognuno, che è dare spazio senza lasciare soli. 

È una creazione semplice e armoniosa, che mette gioia e che si fonde con tutto ciò che la circonda, come vuole il gusto nordico, di un paese in cui freddo è soltanto il clima, e neppure tutto l'anno. Ogni città dovrebbe avere una Cappella del Silenzio. 

Anna Arietti




La fotografia degli interni della cappella, non essendo ammessi scatti, è di www.archdaily (dot)co


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