mercoledì 14 settembre 2016

Luci, colori e musica a Villa Berlanghino



Quando la cultura si accende può soltanto accadere qualcosa di audace. E così è stato. All’open-day di quest'anno delle scuole di musica di Cossato sono saliti sul palco tutti gli effetti del delirio, quello buono che scuote l’anima. Luci, colori, voci, sguardi e davvero tanta musica hanno inondato il parco di Villa Berlanghino, restituendo al pubblico, e al giardino stesso, una vitalità “da urlo”.

Le prime note sono state esplose da Claudia Zappaterra, suonando il pianoforte nelle sale della Villa. Con i suoi 14 anni e una naturale predisposizione per la musica ha proposto un brano classico, “Notturno” di Debussy. “Alla serata le performance sono riservate ai docenti - ha spiegato -, l’opportunità mi è stata data per potermi preparare per il Festival giovanile biellese di musica classica che si terrà a inizio ottobre”. Chiedendole poi di esprimere un pensiero sulla prestazione, ha risposto: “Il pubblico ha percepito la passione. Il maestro Simone Sarno mi è rimasto accanto, mi girava le pagine dello spartito, e a detta di molti, questo ha reso l’ascolto doppiamente piacevole: si sentiva l’amore che mi trasmette per la musica”. L’altra esecuzione è stata del maestro, nonché direttore artistico dell’Istituto civico “G. Rossini”, Simone Sarno, che ha suonato a quattro mani con il professore Ciro Noto e le sue prime parole sono state ancora per l’allieva: “Zappaterra si è esibita nell’ambito di suo percorso artistico in continua evoluzione - ha detto -; sa abbracciare aspetti diversi della musica. Segue i corsi pre-accademici del Conservatorio Boito di Parma e di recente si è classificata terza ad un concorso internazionale. Inizia ad avere un’esperienza formativa importante. Si esibirà quindi al Festival con Edoardo Tritto, anche lui bravissimo e promettente”. A riguardo dell’Istituto civico musicale sono attese “idee folli”. “Stiamo pensando a contaminazioni incredibili - ha concluso Simone Sarno -. L’attività è proficua; c’è coesione fra gli insegnanti. Stiamo mettendo molto delle nostre esperienze per creare un confronto musicale davvero creativo”.


A seguire, nel parco, il direttore artistico di Musica Sonoria, Gigi Sabarino, ha presentato la scuola, i corsi e i docenti dell’area moderna, una banda di visionari, tanto da fargli ammettere che “nel Biellese non si produce mica soltanto tessuto”. Sul palco si sono alternati tutti e spiacerebbe scordarne qualcuno. Le voci sono state di Riccardo Ruggeri, Maurizio Mercandino, Gloria Strippoli e Stefania Aggio; alle chitarre si sono esibiti Giovanni Panato, Simone Dellacqua, Martino Pini, Riccardo Massini e Alex Gariazzo. Al pianoforte si sono presentati Gigi Sabarino e Christian Rossetti; alla tromba Simone Telandro; al flauto traverso Gabriele Artuso; al violino Anais Drago e per i corsi pre-accademici Daniele Vineis. Al basso si sono proposti Maurino Dellacqua e Carmelo Isgrò; alla batteria e alle percussioni Italo Graziana e Massimo Serra. Straordinario è stato il beatboxer Roberto Bianchetto, in arte “Sharaby”, con la performance di groove-machine umana, nonché Massimo Tempia, tastierista, arrangiatore e compositore; Paolino Gerardo, definito il factotum, e un ricordo è andato a Fabry Florio.

Tanta è stata pure l’attenzione del pubblico, mai così eterogeneo, dal bimbo sul passeggino ai ragazzi, che ad un certo punto si sono scatenati nel ballo, ai nonni con la cannetta, che non sono riusciti ad allontanarsi prima di un ultimo torrenziale battimano. Scordandosi di pungere, attonite sono rimaste pure le zanzare.

Anna Arietti
(testo e immagini)







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