mercoledì 29 luglio 2020

Poesia di strada


Il lago. Il passaggio pedonale. La ciclabile. La tranquilla strada a senso unico. Gli scavi archeologici protetti. Il marciapiede. Gli ombrelloni chiari dei locali. E appena oltre, la via del passeggio del centro storico che collega alla piazza e di nuovo al lago. Vivo l'interpretazione onesta dell'abitare. Sono ad Arona, sulla sponda piemontese del Lago Maggiore.


M'incuriosisce Gianni, artista che accarezza l'aria, la pizzica. Oscilla la mani all'interno di un campo magnetico: suona il theremin. Ricorda voci in falsetto, passaggi eseguiti con il violino. Sono note che hanno dell'etereo.

Mi fermo su di una panchina, ancora accanto a un musicista, ma sono attratta dall'acqua, dal vento che muove le vele. Dal battello in secca. Dai gabbiani. Soltanto quando chiudo gli occhi distinguo la chitarra e guardo l'uomo che la tiene a tracolla. Canta, guarda il lago e sorride, come se fosse di fronte a una folla. Invece, in questo momento il suo pubblico sono soltanto io. Oggi subisco il fascino della poesia di strada non meno del lago.

Prima di allontanarmi lascio scivolare in una custodia una manciata di monete. Jack, il suo nome è scritto a mano su di un foglio, interpreta un brano degli anni Settanta con arrangiamento buone maniere: "So far tutto o forse niente, da domani si vedrà - grazie -. E sarà, sarà quel che sarà".

Anna Arietti
(testo, immagini e voce)

baffidigatto.com
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