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martedì 24 gennaio 2017

È l'animo che devi cambiare


La voce da donna indaffarata arriva da dietro una colonna. Eppure il negozio è di quelli piccoli di una volta che basta fare un giro su se stessi per avere la situazione sotto controllo. In preda ad un sentimento che rivede il concetto di modernità, all’improvviso sbuca lei, Elisa, 43 anni, minuta e sorridente, titolare del negozio di alimentari di Bioglio. Senza sapere ancora come, la sensazione è che l’incontro occuperà spazi più ampi, questa volta nel cuore.


“Abbiamo rilevato l’attività nel 2012 - spiega, mentre sistema le scatole lasciate dai fornitori -. A darmi una mano c’è mio marito Alberto. Siamo sempre aperti, ma stiamo pensando di chiudere alla domenica per vivere di più la famiglia”. Intanto entrano Pina, che sposta il discorso sulle tipologie di pane, morbido o croccante, e Corrado, che dribbla sull’attesa facendo tintinnare alcune monete: “Passo davanti, tanto prendo soltanto il giornale”. Gestire un negozio di alimentari in un paese significa instaurare rapporti con tante persone, perlopiù anziane, perché i giovani vivono con altre prospettive. “È difficile averli fra i clienti abituali; vogliono tutto e subito. Alle sette di sera ci possono chiedere due chili di pane, che non abbiamo, perché per fortuna sono stati già venduti. Rimaniamo comunque un punto di riferimento per le emergenze, per coloro che rincasando non vogliono tornare a Biella”. Da sei mesi è attivo in negozio il bookcrossing, il libero scambio di libri. In un angolo è stata destinata una mensola, niente di che, come viene fatto notare. L’iniziativa è condivisa con il servizio infermieristico, in municipio. “Un po’ di resistenza nel prendere un libro senza pagarlo c’è - prosegue Elisa -, ma abbiamo spiegato più volte il meccanismo e vediamo che inizia a prendere piede. Anche perché a Bioglio, soprattutto in estate, arrivano ancora tanti villeggianti e questa idea piace”. Poi entra Lino, il caro Lino, come lo chiama Elisa e nasce un confronto sull’età con annessi complimenti del tipo “Tè giovo mé l’ai”, sei giovane come l’aglio. Quando però Lino si rende conto di essere il più anziano della combriccola, si parla di nuovo di biove e di panini morbidi.

Elisa s’informa sullo condizioni di salute di tutti i clienti e dei loro parenti, del resto sarebbe un guaio non farlo, perché nei paesi funziona come in una grande famiglia. E allora, l’argomento ricorrente riguarda i malanni invernali. Nel frattempo entra Alberto, il marito, che scruta l’insolita presenza con taccuino in mano, “che scrive sempre”. Chiarito l’arcano, la chiacchierata prosegue: “A Bioglio si sta bene con tutti i limiti e le bellezze del piccolo centro. Ci si conosce tutti e ci si aiuta, anche facendo consegne a domicilio. Sappiamo gli orari dei clienti, ad esempio adesso tocca al Gianni - e lui apre la porta -, e se qualcuno non viene ci preoccupiamo. Esiste un equilibrio delicato, ma si collabora anche con le Forze dell’ordine. Certe volte sembra di essere impiccioni, ma se non ci preoccupiamo ci sentiamo a disagio. Il negozio è il cuore caldo della piazza. Ci sono le donne del mattino che vengono anche solo per fare due parole”.

Appesa al muro, fuori dal negozio, c’è una lavagna sulla quale Elisa periodicamente scrive un pensiero che scatena “un gran movimento”. “Lo leggono tutti e spesso lo commentiamo insieme. E’ un modo per nutrire la mente. Ci sono clienti che ci portano i loro aforismi scritti su un foglietto, ma arriva anche chi ci segnala di aver fatto un errore di ortografia, per scoprire poi che sono stati i ragazzini a cancellare una lettera con il ditino. Quando non abbiamo nulla da dire mettiamo un punto interrogativo, che desta uguale curiosità”. La riflessione del giorno dice: “È l’animo che devi cambiare, non il cielo sotto cui vivi”. Parole di Seneca sempre attuali che ricordano come non sia la frenesia a far vincere nella vita, quanto la qualità dello spirito. Certe volte però si devono prendere delle posizioni. “Nelle piccole comunità resiste la mentalità che ‘il cliente ha sempre ragione’, ma non siamo del tutto d’accordo; anche il nostro lavoro merita rispetto. Se poi c’è un prodotto che manca, stai pur certo che è quello che tutti vogliono, come dice la Legge di Murphy. A stare dietro al banco capita pure di sentirsi fin troppo sciocchi, come essere su un palco. Da noi però si trova ancora il piacere della compera, accompagnata da un sorriso e da una buona parola”.

La bottega si affaccia sulla piazza dove in estate si scatenano i bambini. E’ un’atmosfera da vivere, come ricorda il cartello sistemato lungo la via principale ‘Attenzione rallentare, in questo paese i bambini giocano ancora per strada’. Intanto è il turno di una donna, il cui marito è rimasto ad attendere fuori; perché la curiosità non è una prerogativa femminile. “È andato a fare il pensionato che controlla i lavori in corso - commenta Elisa, con la solita voglia di scherzare -”. Lasciato il negozio, lo sguardo cade su un’insegna stradale non più in uso dagli anni Novanta, che obbligava a dare la precedenza alle corriere di linea sulle strade di montagna. Ancora un collegamento fra ieri e oggi che in qualche modo ricorda che nella vita ci sono delle priorità.

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