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domenica 7 novembre 2021

Andorno Micca, piazza Cantono (di Claudio Deusebio)

 


Era da parecchio tempo che non mi capitava di trovarmi in piazza Cantono.
Forse c'ero passato in auto, distrattamente, senza badarci troppo, però questa volta è diverso. Sono seduto a un tavolino del Caffè Centro, all'aperto, e viene quindi naturale far vagare lo sguardo. 

I ricordi vanno a tanti anni fa, ai primi anni Settanta, quando tutto era diverso. Scendevamo in paese a piedi da Locato, io e mia mamma, di pomeriggio, per andare a trovare i nonni. Ci si arrivava attraverso una via stretta, poco illuminata. Quando faceva buio, erano accese delle lampade fioche, che facevano una luce giallina. 

Sbucati in piazza però tutto cambiava. Era illuminata a giorno con delle belle lampade bianche. Sul tetto di una casa c'era un bellissimo orologio e intorno c'erano i negozi con le loro vetrine adornate. C'era vita. Un altro mondo.

I miei nonni abitavano in una casa grande, che si affacciava su di un cortile, con al centro un pozzo, a cui si accedeva proprio dalla piazza. 

Di solito mia nonna era in casa a sbrigare le faccende, che normalmente avevano a che fare con il cibo, mentre mio nonno non c'era; era a passeggio in giro per il paese e sarebbe rientrato più tardi, per cena. 

La visita poteva durare un'oretta, fino a metà pomeriggio, quando in inverno cominciava a diventare buio. Però prima di riavviarci verso casa c'era ancora una cosa da fare. Si doveva passare dalla Rosanna, la signora che aveva un piccolo negozio di giocattoli, sempre in piazza. 

Mi piacevano tanto le Matchbox, che erano delle macchinine in metallo racchiuse in una piccola scatola di cartone. 

Visto che ero stato bravo, mia mamma me ne comprava una. Costavano trecento lire, e con la negoziante, che pazientemente mi apriva diverse scatolette, cinque o sei, e si andava così a scegliere quella "giusta", che avrei poi comprato. Quella che mi piaceva di più. 

Ora quel negozio non c'è più, da diversi anni, così come non ce ne sono più tanti altri; anzi, non c'è più nessun negozio. 

Ricordo che c'erano la pasticceria Delpiano, la macelleria Varesano, un negozio di alimentari e l'edicola Pighi, che vendeva anche dei bellissimi giocattoli, ma questa è un'altra storia. 

Dall'altro lato della piazza, a fianco del bar, c'erano poi Bosco tessuti e, un po' più in là, il Bonino, che vendeva radio e televisioni. C'erano infine la polleria Callisto e la granaia. Quest'ultimo, insieme allo storico Caffè Centro, è forse l'unico esercizio rimasto ad affacciarsi sulla piazza, a cui un tempo ha dato anche il nome alla piazza medesima, della Granaia, appunto. 

Piazza Cantono è ancora bella, è frequentata, e l'orologio c'è ancora ed è funzionante. 

Sarebbe bello però se un giorno tutti questi portoni chiusi e le serrande abbassate tornassero ad aprirsi.

Claudio Deusebio

(testo e immagine di copertina)

Fonte BiellaClub.it

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2 commenti:

  1. Che bel pezzo, trasmette commozione. Prima o poi le serrande si alzeranno di nuovo. Passerò a vedere l'orologio!

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  2. Ciao Claudio,

    What a wonderful story!

    I am the Grandson of your Great Aunt Adilia and your Great Uncle Lorenzo, and so your cousin also.

    Yesterday I sent a Facebook message to you, and I sincerely hope that you read it and respond to me!

    Your Cousin, Lorenzo

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