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martedì 24 settembre 2019

Corpo stanco


Di fronte alla fila dei carrelli della spesa procede un gruppo di persone. Un uomo in particolare sembra fissare il punto in cui inserirà la moneta per sganciarne uno. L'attesa deve essergli greve; si affida al bastone. Io sono alle sue spalle, sento il respiro corto.

Raggiunto l'intento si volta immediatamente verso di me, come se non vedesse l'ora di parlarmi:

"Ho novant'anni, sa?"

Io gli sorrido; non li dimostra.

"... e ne vorrei vivere almeno altri cento! Perché non è vero che una volta si stava meglio.  Le persone ricordano soltanto quello che fa comodo. Io avevo la gioventù e nient'altro. Oggi invece non mi manca proprio nulla, ma sono chiuso in un corpo stanco".


A quel punto il suo sguardo cerca il mio. Oltre le lenti trovo due occhi piccoli e scuri che trasmettono davvero tutta la vivacità del bimbo che deve ancora esserci in lui.

"Prendiamola come viene, va! E finiamola così".

A quel punto ride, ride di gusto, e se ne va abbracciato al carrello.

Anna Arietti