mercoledì 12 ottobre 2016

La bottega della masca


La giornata di pioggia che accompagna crea l’atmosfera, quella delle fiabe di una volta. Apri la porta, che cigola un po’, e vai via di fantasia. Il soffitto è a voltoni, di mattoni rossi, antichi, e la scopa, proprio la sua, di Monica, che usa per “volare” a casa, è appesa al muro.
Ci sono streghette ovunque, bamboline vestite di scuro con la scopa di saggina. Ma sono tutte buone. A garantirlo è Monica Fracasso, 41 anni, titolare del negozio di alimentari che da poco ha riaperto a Ternengo, alla frazione Villa, “La Bottega della masca”. La giornata di pioggia che accompagna crea l’atmosfera, quella delle fiabe di una volta. Apri la porta, che cigola un po’, e vai via di fantasia. Il soffitto è a voltoni, di mattoni rossi, antichi, e la scopa, proprio la sua, di Monica, che usa per “volare” a casa, è appesa al muro. Si definisce una “masca”, una strega, pure lei. “Sul posto di lavoro mi hanno sempre chiamata così; sarà per il mio modo di vestire, un po’ stravagante”, precisa. Sulla parete opposta si legge: “Per me le streghe sono le donne che hanno avuto il coraggio di seguire il proprio sentire, che hanno rotto schemi sociali e mentali. Oggi tutti siamo chiamati ad ascoltare la voce del nostro cuore (…). Nel passato queste persone venivano giudicate streghe e condannate”. Sono parole di Anna Fermi che riflettono i sentimenti di Monica. Dietro a quei suoi occhi scuri ci deve essere una bella persona. Residente in paese da sempre, con l’apertura del negozio, oltre ad offrire un servizio alla comunità, ha realizzato un sogno.

“Terminato il liceo artistico sono venuta a fare la lavapiatti proprio dove ora c’è il negozio. Un tempo era ristorante - racconta -. In seguito ho lavorato in una bottega di frutta e verdura, che in poco meno di un anno ho rilevato e condotto per altri undici. Alla fine però ho dovuto arrendermi per le troppe spese. Ho pianto. In quel negozio ho lasciato un pezzo di cuore. Guardando avanti ho trovato impiego in un supermercato, ma per quanto mi sia trovata bene e abbia incontrato persone stupende, diventate amiche vere, ho sempre pensato alla precedente attività e, dopo otto anni, ho capito che non ero destinata alla grande distribuzione. Quando si è presentata l’opportunità di aprire un negozio di generi alimentari, ho pensato che fosse l’occasione giusta. Ho corso tanto per riuscirci e tre settimane fa ho aperto”.

Lo stabile è di proprietà comunale e la collaborazione con gli amministratori pare sia davvero buona. La giornata di Monica inizia all’alba e si conclude verso l’ora di cena, nonostante, per il momento, l’esercizio sia aperto soltanto al mattino. “C’è tanto ancora da fare per proporre tutto quello che ho in mente. Voglio offrire prodotti del territorio, possibilmente anche di Ternengo. Vado due volte a settimana a prendere frutta e verdura fresca e tutti i giorni i giornali”. Il movimento in negozio non manca. Anzi; c’è andirivieni. Entra la Giovanna con la canna e Monica corre a portarle una sedia, poi arrivano Olga, Renza, Franca, Elsa, Vanda, Paola, Marcella e Silvana. Si conoscono tutte per nome. Una cliente le dà della “furmìa”, formica, per la corporatura esile, ma lei sorride e procede spedita. Fra una parola e l’altra, ritorna un ragazzo che chiede di verificare lo scontrino, non quadra, ma non per le sue tasche, per quelle di Monica; forse non ha segnato il burro. Beata onestà.

“Per ora non posso lamentarmi, il lavoro sta funzionando. Credo sia fondamentale essere nata qui. Tanti mi conoscono da quando ero una bambina - prosegue -. Ci conosciamo un po’ tutti, a dire il vero. Amo il mio paese”. E mentre fuori continua a piovere e si sentono i rintocchi delle campane di Sant’Eusebio, la Rosalba chiede “le caramelle buone per la tosse”. Fare la spesa in un piccolo negozio ti allunga la vita. Il tempo si dilata e la fantasia riparte, colorando un po’ tutto. “Comunque, la vita delle streghe mi affascina - conclude Monica Fracasso -. Nonostante l’abito nero, sono quasi tutte buone. Anch’io spero di saper infondere serenità, con qualche parola gentile. Un giorno, un cliente, sottovoce, mi ha chiesto ‘ma perché masca?’, perché sono una strega, gli ho risposto, ma non mi ha creduta”.

Anna Arietti
(testo e immagini)






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