mercoledì 8 aprile 2020

Dronero in Valle Maira


La Valle Maira affascina per quel suo saper rimanere autentica. Si propone in modo discreto, si scopre un po' alla volta.

Alle porte della valle, s'incontra Dronero. Fra le vie di origine medievale si respira l'atmosfera della nobiltà di un tempo, un patrimonio architettonico ben conservato.

L'ultima volta che ci sono stata, ormai anni fa, avevo notato la presenza di una comunità africana, almeno così l'avevo intesa. Negli occhi mi sono rimaste le donne, i colori esotici dei loro abiti. Una visione che mi aveva messo addosso allegria. Gli indumenti sono pur sempre un mezzo di comunicazione legato al contesto culturale a cui si appartiene. Era stato l'accostamento più eclettico di quel giorno, che mi aveva indotto a indagare sui costumi tradizionali della Valle, terra occitana. Altre stoffe, altre fantasie inebrianti.

La Valle Maira lega la sua storia all'ingegnosità e alla resilienza dei suoi abitanti. Per reagire alla povertà, erano molti coloro che migravano in inverno - erano i migranti stagionali - che si prestavano a svolgere i mestieri più disparati. Fra questi c'erano gli acciugai, di cui ancora oggi, a Dronero in estate, si svolge la fiera. Erano diventati abili nella conservazione del pesce sotto sale, acciughe in particolare, che acquistavano direttamente nei porti liguri e che rivendevano in tutta l'area settentrionale del Paese.

Anna Arietti
(testo e immagini)

La Valle Maira si trova nelle Alpi Cozie, in Piemonte. Dronero, a quota 621 metri s.l.m., è stato edificato nel punto in cui confluiscono il torrente Maira e il rio Roccabruna.



Il foro frumentario è un raro esempio di loggia del grano, a pianta ottagonale, risalente alla metà del XIV secolo. Aveva funzione di mercato coperto “fuori porta” in quanto costruito oltre la cinta muraria.



Le case signorili e la chiesa parrocchiale.


L’origine del Mulino della Riviera risale al XV secolo.










Il ponte del Diavolo e  le mura medievali.




La Riserva naturale dei Ciciu del Villar si trova nello sbocco del fiume Maira, a nord di Villar San Costanzo. I "Ciciu 'd pera" sono sculture morfologiche naturali derivate da un particolare fenomeno di erosione, dalla forma di fungo, il cui cappello è costituito da un masso erratico e il gambo è di terra e pietrisco.



La leggenda popolare di San Costanzo vuole i Ciciu legati alla storia di San Costanzo, santo patrono di Villar, soldato romano appartenente alla Legione Tebea, martirizzato il 18 settembre fra il 303 e il 305 sulla collina che sovrasta Villar. Si narra che mentre Costanzo fuggiva nei boschi inseguito dai soldati romani, giunto alla Costa Pragamonti si voltò verso di essi urlando: "O empi incorreggibili, o tristi dal cuore di pietra! In nome del Dio vero vi maledico. Siate pietre anche voi!" Fu così che 100 di loro si immobilizzarono all'istante e divennero sassi. Fonte http://riservaciciuvillar(punto)parcomarguareis.it/




"La Valle Maira si trova al centro delle Terre Occitane d'Italia che comprende alcuni comuni delle province di Imperia, Cuneo e Torino e che fino al XV secolo furono strettamente connesse per ragioni politiche, commerciali e culturali alle terre provenzali in cui si parlava una lingua romanza, l'occitano o lingua d'oc. Il naturale isolamento della Valle Maira ha permesso il sopravvivere di questo ceppo linguistico nel dialetto, soprattutto nelle zone di alta montagna, dove la penetrazione del piemontese e dell'italiano è stata più lenta. L'occitano in queste zone non è tuttavia sopravvissuto solo come lingua dialettale, ma ha dato i natali, nel comune di Elva, a una vera e propria scuola poetica". Fonte https://www(punto)vallemaira.org/it/valle-maira/cultura/


"La memorio de la Val Mairo" di Secondo Garnero

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