venerdì 18 marzo 2016

Lo sapevo

Prendo la metropolitana a Milano, ma è sabato; è diverso. 


Corrono tutti appresso alla giornata, 
come sempre, anche se è pomeriggio. Sono silenziosi. Forse pensano al tempo che non hanno, al lavoro lasciato incompleto, perso o appena ritrovato, all'amore che c'è, che non c'è, o che è complicato, o forse a se stessi.

Hanno certamente pensieri veloci, come le immagini che vedo scorrere fuori dal finestrino del treno in corsa; a tratti più chiari... illuminati dalle luci delle stazioni. Già, le stazione, quei marciapiedi stracolmi di persone in attesa. E, mentre pensano, altri esseri umani si stipano all'inverosimile nel vagone. Sembra un giorno identico ad altri. Del resto la metro la prendono sempre. 

Ma è sabato, lo sanno? Forse no, l'hanno scordato o preferiscono non pensarci. Tanto è uguale. 

Ma che fanno? Beh, gli occhi mica possono tenerli chiusi. Guardano, ma sembra che nessuno veda nessuno. Eppure sento costantemente occhi addosso. 

Forse non pensano a quello che vedono. O, forse come me, immaginano la storia dell'anima che gli sta di fronte: cosa indossa? calza scarpe eleganti? No, sportive. Ascolta musica con l'auricolare. Porta anelli? La borsa è una ventiquattrore? Forse ritorna dal supermercato.

Aspetto la mia fermata.

Di tanto in tanto bisbigliano all'amico, al collega, se hanno la fortuna di averlo accanto. Se è a due metri di distanza vige la regola non scritta del silenzio, pena forse la perdita di quella poca intimità. Non sorridono. Nemmeno quando sale la cantante lirica che dà saggio della propria voce. Neanche quando un trio suona la fisarmonica. Niente. Sono impassibili. Quasi noiosi e sicuramente annoiati da quel tanto di tutto che Milano offre a chi se lo può permettere. Immobili, appena mossi per inerzia dal movimento del treno. 

Ma sono proprio veri così? 

Le porte si aprono. Strano, nessuno scende. Sale una falena che deve aver confuso la notte con il giorno. L'oscurità della metro mette in imbarazzo anche gli insetti. Lei non ha difficoltà a muoversi. Vola alto. E' eccitata, passa veloce fra una testa e l'altra, sfiora i capelli. Desta l'attenzione.

Ehi, cosa succede? 

Adesso tutti guardano per davvero. E' finito l'incantesimo. Qualcuno, al suo passaggio, la sfiora con una mano e tutti condividono un sorriso.

Lo sapevo. Salire in metro a Milano di sabato è diverso, ora anche per loro.

Anna

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